“Vista la delicatezza della comunicazione e onde turbare la psiche di mia moglie e dei miei figli, se può gentilmente consegnarmi la lettera di licenziamento personalmente mi troverà a chiedere l’elemosina dalle 8:00 alle 13:00 presso il Santuario di Madonna dell’ Arco e dalle 14:00 alle 18:00 presso il santuario di Pompei”. E’ uno stralcio del messaggio affisso fuori l’abitazione di uno dei dipendenti Whirlpool e indirizzata all’ufficiale giudiziario incaricato. In queste ore sono infatti partite le lettere di licenziamento da parte dell’azienda di via Argine all’indirizzo dei 300 operai della fabbrica. I lavoratori sono in lotta da circa 2 anni contro la chiusura dello stabilimento napoletano.
Il drammatico arrivo della lettere agli operai Whirlpool
“Eccola qui, è arrivata mezz’ora fa”, le parole dell’operaio della Whirlpool Raffaele Avolio che mostra ai giornalisti la lettera di licenziamento consegnata dal postino pochi minuti prima. C’è delusione nei suoi occhi, rabbia, tristezza per aver perso il lavoro, dopo aver lottato con tutte le sue forze insieme ai suoi compagni per evitare ciò che invece è accaduto. “Il futuro lo vedo nero, io sono del quartiere e come prospettiva lavorativa non c’è niente, non c’è mai stato niente”. E a chi gli chiede ora cosa succederà Avolio risponde con un sorriso amaro: “Posso venire a lavorare con voi?”.
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