Da un lato, i Campi Flegrei, in evidente e costante attività. Dall’altro, il Vesuvio, gigante dormiente che raramente dà prova di non essere del tutto sopito. E poi il monte Epomeo sull’isola di Ischia. La Campania è una terra vulcanica, ma nonostante la loro prossimità il cratere vesuviano, quello flegreo e quello isolano hanno in comune poco oltre il loro posizionamento geografico. Costantemente monitorati dall’Osservatorio Vesuviano dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, i tre hanno diversi livelli di allerta.
I livelli di allerta dei vulcani della Campania
Per i Campi Flegrei, anche dopo i forti sciami sismici degli ultimi tempi, l’allerta resta medio-bassa, associata al colore Giallo. Lunedì, lo sciame sismico più lungo e intenso degli ultimi 40 anni, con oltre 400 eventi la cui magnitudo massima ha toccato i 4.4 gradi. Quanto al Vesuvio, lo stato di allerta associato al titano che sorveglia Napoli da sud-est è Verde. 125 le scosse registrate nel mese di aprile, nelle cui settimane si è raggiunto anche un picco di magnitudo di 3.1 gradi; 71 i sismi rilevati nel mese di maggio.
Le ultime rilevazioni dei sismografi sull’isola di Ischia, invece, sono distanti fra loro: 0.7 gradi l’8 maggio 2024, 1 grado il 28 dicembre 2023; e poi ancora 1 grado a ottobre, 1.8 a maggio e 0.5 a febbraio dello scorso anno. Se da un lato questi dati lasciano che il livello di allerta resti Verde anche qui, dall’altro non escludono che il vulcano ischitano sia attivo e possa ancora produrre eruzioni. Morfologie diverse, comportamenti differenti. Vivere nel territorio di Napoli e della sua provincia significa anche tenere gli occhi aperti rispetto alle caratteristiche del suo territorio. Creare allarmismi e diffondere notizie false, come chi dà per vero un collegamento tra Vesuvio e Campi Flegrei, non fa che alimentare il panico e la paura, nemiche del quieto vivere. Le uniche notizie sempre affidabili in merito ai vulcani della nostra terra sono quelle diffuse dell’Osservatorio Vesuviano.
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