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Tremori e boati, ancora uno sciame sismico ai Campi Flegrei

Terremoto Napoli: tre scosse nella notte avvertite nelle zone di Fuorigrotta, Bagnoli e Quarto

Tornano a tremare i Campi Flegrei, con uno sciame sismico registrato nelle prime ore di questa mattina caratterizzato da epicentri a una profondità massima di circa 1km.

Nuovo sciame sismico nella notte

I primi boati sono stati avvertiti intorno alle 2 e mezzo, poi ancora altre scosse nel giro di mezz’ora, le ultime, di assestamento tra le 5 e le 6. Non è stata una nottata tranquilla per gli abitanti del puteolano e dell’area flegrea, svegliati nel cuore della notte dall’ennesimo sciame sismico. Nessun danno è stato registrato nelle aree interessate dai sismi. Polizia municipale e volontari della Protezione Civile, intanto, pattugliano il territorio, verificando la sicurezza delle zone calde.

La pronta reazione dell’amministrazione

Il primo cittadino del Comune di Pozzuoli, Luigi Manzoni, intanto, si è subito attivato, rassicurando la cittadinanza e schierando il personale a sua disposizione sul territorio. “Sono stati rilevati in via preliminare 20 terremoti con magnitudo massima 2.4”, ha confermato il Sindaco. “In considerazione di quanto sopra esposto, l’Amministrazione Comunale insieme alla Protezione Civile del comune di Pozzuoli segue da vicino l’evolversi dello sciame sismico e fornirà successivi aggiornamenti fino a conclusione del fenomeno in atto”.

Le spiegazioni dall’Osservatorio

“La dinamica dei Campi Flegrei è costantemente monitorata dalle reti di monitoraggio dell’Osservatorio Vesuviano, in stretto contatto con il Dipartimento della Protezione Civile”, ricorda il direttore dell’Osservatorio Vesuviano dell’INGV, Mauro Di Vito. “I parametri geofisici e geochimici analizzati indicano il perdurare di un sollevamento del suolo, con un massimo nell’area di Rione Terra dove raggiunge 15 mm/mese e mostrano l’assenza di variazioni geochimiche significative nell’ultima settimana”.

“Allo stato attuale”, ha concluso Di Vito, “non si evidenziano elementi tali da suggerire significative evoluzioni del sistema a breve termine, fermo restando che una eventuale futura variazione dei parametri monitorati (sismologici, geochimici e delle deformazioni del suolo) può comportare una diversa evoluzione degli scenari di pericolosità”.

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