Paura nella notte nel comune partenopeo di San Giorgio a Cremano dove una bomba – o un petardo di grandi dimensioni – sarebbe esplosa distruggendo un’automobile. La vettura, stando a quanto reso noto, apparterrebbe a un imprenditore del posto che, in passato, aveva denunciato gli estorsori di cui era vittima.
I fatti
Terrore nella notte a San Giorgio a Cremano, nell’hinterland partenopeo, dove un forte boato ha risvegliato i residenti. Non è ancora chiaro se si sia trattato di una bomba o, piuttosto, di un petardo di grandi dimensioni. A essere investita in pieno dall’esplosione sarebbe invece stata l’auto di un noto imprenditore edile del posto che, qualche anno fa aveva denunciato alle autorità un’estorsione.
L’esplosione non avrebbe provocato feriti, ma la paura dei residenti è stata enorme, come testimoniato dalla commozione generale che ha affollato il web. “Un boato così forte che ha fatto tremare i vetri delle finestre”, ha scritto su Internet una cittadina del comune partenopeo. “Si è sentito fino a Portici“, scrive un’altra utente.
I commenti delle istituzioni
“Siamo in stretto e costante contatto con le Forze dell’Ordine“, ha commentato il sindaco di San Giorgio a Cremano, Giorgio Zinno. “Stanno indagando sull’accaduto ed esprimo la massima fiducia nel lavoro che stanno svolgendo. Come più volte fatto in precedenza, chiederò una maggiore attenzione al nostro territorio, anche aumentando gli uomini in campo per il controllo e la repressione di certi fenomeni come questo che preoccupano l’intera comunità sangiorgese”.
“Piena solidarietà alla vittima di questo attacco vigliacco“, scrive invece sui social il consigliere di Europa Verde, Francesco Emilio Borrelli, in supporto dell’imprenditore. “Le indagini dovranno procedere celermente per capire bene le dinamiche e il messaggio che è stato voluto mandare. In ogni caso, chi denuncia non deve essere isolato ed abbandonato ma va tutelato per farne un esempio da seguire. La nostra terra è una mamma invecchiata e dilaniata da una grave malattia che però si può curare se si vuole. La cura alla camorra si chiama Stato e cultura della legalità e dell’anti-omertà“.
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