La nuova impennata nella curva dei contagi ci ricorda, a inizio anno, due dati importantissimi: il primo è relativo alla virulenza del Covid, che batte ogni record e continua a girare; il secondo, invece, testimonia come i vaccinati, sebbene soggetti anch’essi a contagio, non sono tendenti a sviluppare sintomi gravi né tantomeno a finire in ospedale. Un dato rincuorante, che tuttavia non cancella il numero di posti occupati nei presidi ospedalieri a causa del coronavirus. È anche alla luce di questo che, l’obbligatorietà del super green pass per tutti i lavoratori sembra tutt’altro che una misura immotivata o campata in aria. Gli esperti di tutto il mondo sono convinti che la variante Omicron, definito da un’inchiesta di El Pais “il virus con la diffusione più rapida della storia del pianeta”, prima o poi ci contagerà tutti: è per questo che bisogna ridurre al più presto il numero delle persone potenzialmente destinate a essere esposte al virus senza alcuna protezione.
La potenziale introduzione dall’oggi al domani del super green pass obbligatorio per lavorare, però, rischia di danneggiare gravemente gli impiegati: sono circa 5 milioni di italiani che rischiano di essere bloccati in casa a causa del provvedimento repentino. “In Italia continuiamo ad avere il problema di 4 milioni di persone tra i 30 e i 69 anni che non hanno neppure una dose di vaccino. Con il super green pass la stragrande di queste persone probabilmente si vaccinerà e dunque si proteggerà dai rischi del contagio”, ha dichiarato Fabio Cinciliano, componente del CTS fin dall’inizio dell’emergenza pandemica. La spinta del super green pass obbligatorio potrebbe mandare in panne la campagna vaccinale. E sembrano aver ascoltato queste parole le migliaia di persone che nel weekend si sono fatte vaccinare alla Mostra D’Oltremare e alla Fagianeria. Dopo file interminabili, soprattutto ieri, oggi si torna alla normalità, con tempi d’attesa per ricevere il siero di Moderna che si avvicinano all’ora e mezza.
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