Si viaggia col Green Pass ma all’Europa non basta. In vigore dal primo luglio il Green Pass europeo. L’atteso certificato consentirà di viaggiare liberamente nei Paesi dell’Unione Europea e dell’Area Schengen. Grandi le aspettative da parte dei cittadini e dell’industria turistica. Ma ci sono ancora delle incognite da risolvere. Mancano, infatti, regole uniformi. Alcuni Paesi ritengono valido il lasciapassare con la prima dose, altri – invece – soltanto se si è effettuata la seconda dose. Regole diverse, inoltre, tra Grecia, Spagna, Croazia e altri Paesi sul tempo trascorso dalla guarigione dal Covid. Infine, alcuni Paesi come la Germania vorrebbero introdurre norme più restrittive in entrata.
SI VIAGGIA COL GREEN PASS MA ALL’EUROPA NON BASTA
L’Unione chiede perciò agli Stati Membri di coordinarsi e prendere decisioni uniformi. Il Green pass può essere richiesto dopo il vaccino, la guarigione dal Covid e dopo un tampone con esito negativo nelle 48 ore precedenti il viaggio. Resta però il problema per chi non è vaccinato, come il 75 per cento dei giovani con meno di 30 anni. In questo caso, si potrà viaggiare solo dopo un test molecolare o antigenico da effettuare entro i due giorni prima della partenza e del ritorno. Ma se il tampone dovesse risultare positivo, non si parte: con il rischio di restare in quarantena obbligatoria all’estero. È scattata perciò la corsa da parte di ragazze e ragazzi al Johnson & Johnson. Il vaccino monodose darebbe diritto al Green Pass in 15 giorni. Ma il siero statunitense è consigliato agli over 60.
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