È di nuovo boom di classi in quarantena. Dall’inizio dell’anno scolastico, a Napoli, le classi obbligate alla didattica a distanza sono passate da 37 a 126, lasciando a casa un totale di studenti che si aggira tra i 2400 e i 3000. Un aumento considerevole, che ha visto il Governo aggiungere un l’obbligo vaccinale per il personale scolastico alle misure di prevenzione già attive, che oggi includono la possibilità di vaccinare anche gli alunni tra i 5 e gli 11 anni. Tra i docenti, è appena l’1.3% a non aver ricevuto nemmeno una dose di vaccino e, di questi, tre quarti sono esonerati a causa di patologie pregresse che non gli consentono di vaccinarsi.
A conti fatti, dunque, gli insegnanti no vax sono pochissimi. Risale allo scorso 15 dicembre l’entrata in vigore dell’obbligo vaccinale per queste categorie, misura che ha stanato i reticenti obbligandoli a porre rimedio alla mancata somministrazione della dose di vaccino anti-covid, pena l’immediata sospensione dal diritto di svolgere l’attività lavorativa, senza conseguenze disciplinari e con diritto alla conservazione del rapporto di lavoro. La quota di docenti non vaccinati, dunque, toccava l’1.3% a metà mese, secondo i dati della piattaforma Sinfonia. 1.4%, invece, è il dato relativo al personale ATA senza vaccino.
A destare maggiori dubbi, purtroppo, è invece il numero dei docenti universitari che hanno detto di no al vaccino: 1396, circa il 7% dell’intero corpo accademico locale. Una cifra importante che, sebbene tenga conto degli esonerati affetti da patologie che impediscono loro di sottoporsi alla somministrazione del siero, non può non preoccupare.
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