Colpisce bambini e adolescenti anche dopo settimane dalla guarigione dal Covid: è la Sindrome Infiammatoria Multisistemica, una rara e severa complicanza dell’infezione, caratterizzata da febbre alta e da sintomi gastrointestinali, nella quale possono essere coinvolti cuore, reni e polmoni. All’origine, stando ai nuovi studi, una predisposizione genetica.
La scoperta fatta da uno studio napoletano
La scoperta è stata fatta dal gruppo di ricerca del CEINGE-Biotecnologie avanzate di Napoli, guidato da Giuseppe Castaldo. Lo studio, finanziato dalla Regione Campania e svolto in collaborazione con l’Ospedale Santobono, risolve due quesiti di fondamentale importanza per la diagnosi e la cura dei piccoli pazienti: perché solo in alcuni bambini insorge la Sindrome Infiammatoria Multisistemica dopo il COVID-19 e se è possibile intervenire in maniera rapida ed efficace per contrastare la malattia.
La Sindrome Infiammatoria Multisistemica dei bambini, soprattutto nelle prime ondate della pandemia, colpiva l’1% dei pazienti in età pediatrica, presentandosi a distanza di 4-8 settimane dall’avvenuta guarigione, perfino nei casi di ammalati Covid asintomatici.
Lo studio rivela, quindi, che esiste una predisposizione genetica nei bambini colpiti da questa grave sindrome, come emerso su 45 casi ricoverati al Santobono. In pratica, durante la fase acuta dell’infezione da Covid i bambini portatori di queste mutazioni non eliminano completamente il virus. Ciò provoca un danno ai tessuti e innesca un’immunità iper-reattiva.
Molto può fare l’identificazione tempestiva delle mutazioni nei piccoli pazienti
La ricerca potrebbe spiegare anche le iperinfiammazioni che colpivano i polmoni dei pazienti adulti e che hanno avuto, in milioni di casi, esito letale ovvero essere correlata con il long covid che viene sviluppato da centinaia di migliaia di pazienti in tutti i paesi nel mondo provocando un aumento esponenziale delle lesioni cardiovascolari tardive (embolie, ictus e infarti).
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