Il Consiglio dei ministri – su proposta del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi – ha sciolto il Comune di Caserta per “accertati condizionamenti da parte della criminalità organizzata che compromettono il buon andamento dell’azione amministrativa”. Saranno a breve nominati i commissari prefettizi.
L’indagine della Procura di Santa Maria Capua Vetere, relativa a un giro di appalti comunali assegnati secondo l’accusa in cambio di voti e tangenti, portò il 13 giugno scorso all’arresto dell’allora assessore comunale ai Lavori pubblici, Massimiliano Marzo, dei dirigenti Franco Biondi e Giovanni Natale, del dipendente comunale Giuseppe Porfidia e dell’imprenditore Gioacchino Rivetti, tutti poi rimessi in libertà. E’ un duro colpo per il Pd campano, visto il ruolo da presidente dell’Anci, ricoperto da Marino. Da sempre vicino alle vedute deluchiane. Marino ha commentato la decisione del Viminale pochi minuti dopo in una nota stampa: “Si tratta di un atto di natura politica nonché un atto amministrativo abnorme” – il suo commento a caldo – la decisione verrà impugnata davanti al TAR del Lazio.”
Intanto le prime reazioni politiche allo scioglimento del Consiglio comunale del capoluogo. In particolare da Lega e Fratelli d’Italia. Il deputato meloniano Marco Cerreto parla di una riflessione profonda con il centrodestra che deve lavorare sin da subito per costruire una proposta seria e credibile per Caserta. Per il Movimento Cinque Stelle il parlamentare Agostino Santillo ha rivendicato il ritiro della rappresentanza all’interno dall’Amministrazione comunale. “Lo abbiamo fatto nel momento in cui sono emerse gravi irregolarità” ha scritto in un comunicato stampa. Un secondo mandato, quello di Marino, iniziato nel 2021, che dunque si chiude in anticipo a apre la strada a 18 mesi di commissariamento dell’ente.
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