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Napoli, sbarco Sea Eye 4: 41 migranti salvati nel Mediterraneo

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Sono 41, in tutto, i migranti provenienti dalla Libia salavati nelle acque del Medirettaneo dalla nave ONG Sea Eye 4. L’operazione, che ha visto la collaborazione tra Sea Eye, Sea Watch e Mediterranea Saving Humans, è terminata stamane con lo sbarco dei migranti al molo Pisacane di Napoli poco dopo le 8. Ad accoglierli sulla banchina, gli attivisti di Mediterranea Saving Humans; presenti la presidente Laura marmolare e il fondatore e capomissione Luca Casarini. I migranti, dopo lo sbarco, sono arrivati all’hotspot di prima accoglienza, dove si è proceduto con la loro identificazione. Questo a eccezione dei casi in cui la salvaguardia della salute renda prioritario l’accompagnamento in ospedale per i dovuti accertamenti.

Sbarco migranti, Casarini: “La solidarietà è diventata un impiccio”

Al fondatore e capomissione di Mediterranea Saving Humans, Luca Casarini, è stato anche chiesto un parere sul caso Paragon, dopo la conferma da parte di Meta nei giorni scorsi della presenza dello spyware anche sui suoi account personali. “Penso che purtroppo dietro questa storia della situazione in Libia e in Tunisia ci siano degli accordi indicibili tra entità diverse. Io vi ricordo che la Libia è il luogo dove si gioca una grande partita sull’energia e sul petrolio in particolare. La Tunisia è un luogo che qualcuno pensa che si possa trasformare in una specie di frontiera dell’Europa del Sud, facendo fare proprio la frontiera a questo Paese che è in gravissima crisi economica e anche democratica, perché vi ricordo che lì c’è una situazione di una autocrazia sostanzialmente e quindi i diritti civili, i diritti delle persone, sono molto compressi”.

“Dentro tutto questo quadro si muovono forze diverse e anche occulte, il caso Almasri l’ha dimostrato”, prosegue il leader della ONG. “Queste forze occulte sono forze legate ai signori della guerra, al traffico d’armi, al traffico di petrolio, sono legate a grandi interessi. Allora quello che io penso è che ci vorrebbe una grande discussione pubblica in questo Paese per dire cosa possiamo come Paese civile fare e cosa non possiamo fare. Non dobbiamo superare alcuni limiti. Con i tagliagole è vero che si ha a fare in tanta parte del mondo, ma noi dovremmo averci a che fare come Paese civile per aiutare le persone, non per coprire dei crimini in funzione di altri interessi”.

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