“Si pensa che le truffe agli anziani siano frutto di un’attività criminale quasi artigianale, ed invece in questa indagine abbiamo scoperto l’esistenza di un gruppo molto ben organizzato, che non lasciava niente al caso, i cui capi credevano di restare impuniti, perchè ritenevano che le vittime anziane non fossero in grado di riconoscere gli autori del raggiro. E vedere anziani così umiliati è stato un colpo al cuore”. Così il procuratore di NAPOLI Nord Maria Antonietta Troncone durante la conferenza stampa tenuta negli uffici della Procura ad Aversa sull’indagine, realizzata dai carabinieri di Caivano, che ha smantellato l’organizzazione dedita a truffe ad anziani in tutta Italia; al suo fianco le pm titolari del fascicolo Annamaria Lucchetta e Valeria Vinci e il comandante del Gruppo dei Carabinieri di Castello di Cisterna Paolo Leoncini. “Contro questi episodi sempre più frequenti sono necessarie norme di legge più adeguate rispetto alla gravità del fenomeno”, ha detto Troncone. Determinanti nell’indagine le intercettazioni dei capi dell’organizzazione criminale, rese possibili perché è stata contestata l’associazione a delinquere. Ma il procuratore ci tiene a sottolineare che “la decisione di contestare il reato associativo non è stato un modo per poter accedere all’attività di intercettazione, in quanto lo stesso Gip ha confermato la correttezza di quanto da noi ravvisato. Di episodi di truffe e rapine ai danni di anziani se ne registrano tantissime, ma restano spesso casi isolati, mentre il grande merito di questa indagine è stato proprio di aver raggruppato casi all’apparenza non collegati tra di loro, perchè avvenuti in tutta Italia, e che invece erano stati commessi da appartenenti allo stesso gruppo criminale. Siamo partiti da un episodio avvenuto a Lusciano, nel territorio di nostra competenza, per poi acquisire via via da altre Procure fascicoli con casi di truffe e rapine ad anziani. E alla fine è venuta alla luce l’esistenza di questa associazione che operava in Campania e nel resto del Paese”. Troncone evidenzia anche che grazie a questi reati, alcuni componenti dell’organizzazione si sono arricchiti: uno ha comprato una pizzeria nel centro di NAPOLI, un altro è titolari di numerosi immobili e durante perquisizione degli indagati abbiamo trovato somme di danaro importanti”. Il colonnello Leoncini ha evidenziato che “in questi casi non bisogna fidarsi delle apparenze, perchè nessun pubblico ufficiale od operatore di polizia si presenterà mai a casa per chiedere soldi. Occorre chiamare subito il 112, noi lo ripetiamo anche durante gli incontri periodici con gli anziani che facciamo sul territorio”