Ventuno giorni dal 26 aprile, questa la data indicata dal Comitato Tecnico-Scientifico e dal ministro della Salute, Roberto Speranza, al premier Mario Draghi e al governo per i primi risultati circa la reintroduzione sul suolo nazionale della zona gialla, l’abolizione del divieto di spostamento tra regioni e le riaperture al pubblico, ma all’aperto di bar e ristoranti. Una data che da più componenti della maggioranza vorrebbe essere bypassata per allentare le strette anticontagio da covid-19, un passo che però potrebbe significare la vanificazione degli sforzi fin qui attuati, e che nella gran parte delle regioni d’Italia sta dando risultati, per diminuire le positività, la pressione ospedaliera e soprattutto le morti. Prudenza e gradualità, questo è lo spirito raccomandato dai vertici sanitari mentre il fronte politico dovrebbe essere compatto almeno sulla questione coprifuoco che dal 24 maggio dovrebbe essere posticipato alle ore se non addirittura alla mezzanotte. Questione locali al chiuso: tante le sofferenze dei ristoratori che non godono di spazio all’aperto, qui sono le regioni che con più componenti della maggioranza di governo chiedono delle concessioni per ripartire una settimana prima, 24 maggio, rispetto al primo giugno. Il week end del 22-23 maggio dovrebbe segnare invece la ripresa per i centri commerciali alle aperture del fine settimana. Al palo ancora il settore cerimoniale, per ora stimata la ripresa non prima della metà di giugno mentre da sabato riprenderanno le piscine all’aperto e continua il pressing per riaprire le palestre prima del primo giugno.