Ha una superficie stimata di circa duemila metri quadri divisi tra una zona padronale, un piccolo tempio, stalle, officine e alloggi degli schiavi. E si trovava sepolta a 6 metri di profondità, in un terreno privato. Non molti sanno che la villa suburbana di Civita Giuliana di fatto rappresenta lo scavo più interessante del sito archeologico di Pompei Si trova appena fuori dalle mura antiche, sulla collina a nord di fronte al Vesuvio. Parliamo di un’area sottratta ai tombaroli nel 2018, scoperta a inizi Novecento e poi dimenticata. Ora per far riemergere quanto di prezioso conserva Civita Giuliana, per decenni nel passato terreno fertile per i tombaroli, il Ministero della Cultura vuole fare le cose in grande.
Investimenti importanti
Sul piatto ci sono 11 milioni, l’obiettivo è dare una sterzata definitiva al processo di scavo legale già iniziato ma in minima parte. E’ di queste ore un sopralluogo nella zona del direttore del parco archeologico Gabriel Zuchtriegel, accompagnato da Nunzio Fragliasso, procuratore capo di Torre Annunziata. In virtù di una sinergia tra le parti sancita dalla firma di un protocollo d’intesa.
Pompei candidata a capitale italiana della cultura
Per l’area di Civita Giuliana la procura aveva emesso una sentenza legata alle condotte illecite dei tombaroli. In sostanza a partire dalla fine degli anni Novanta sono stati costruiti tre tunnel – in media 90 centimetri di altezza per 70 di larghezza. I saccheggiatori hanno scavato fino a trovare i muri delle stanze romane, a 6 metri di profondità. E hanno continuato a scavare rasentando quei muri. Poi nel 2018 la scoperta dei cunicoli e di altri luoghi come una villa di altissimo pregio esplorata dai carabinieri durante un’operazione ad hoc. Puntare su Civita Giuliana potrebbe essere l’arma in più di Pompei che è in finale come candidata a Capitale italiana della Cultura 2027.
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