Una grande polemica è scoppiata sui social in questi ultimi giorni riguardo la situazione di Roccaraso. La scorsa domenica, sono partiti per la meta turistica circa 220 autobus con 10mila persone che hanno raggiunto la località, paralizzando il traffico per ore. In seguito all’accaduto, è iniziata la polemica tra chi ha accusato gli influencer e chi ha parlato di turismo a basso costo. In più, durante la partita di ieri sera, 2 febbraio, Roma-Napoli, i tifosi romanisti hanno esposto alcuni striscioni nella curva dell’Olimpico. Frasi come “Solidarietà alla popolazione di Roccaraso” o “Per una Roccaraso libera… riaprite le trasferte!”, sono state scritte dai giallorossi contro la tifoseria napoletana.
Il commento di Michele Caccamo
Alla luce dei fatti accaduti, anche lo scrittore Michele Caccamo si è espresso in merito al diritto dei napoletani
“L’idea che determinati posti debbano essere riservati a chi può permettersi un certo “decoro”, e non aperti a chiunque voglia goderne, mette in atto una narrazione preoccupante basata sulla esclusione sociale e sulla discriminazione. Non si tratta solo di una scelta ingiusta, ma di un principio che mina le basi dei diritti fondamentali di ogni cittadino, violando di fatto la tutela dell’uguaglianza che è nello spirito della nostra Costituzione. In questi giorni è emerso con prepotenza quel pregiudizio culturale e sociale, che considera alcuni cittadini non adatti a frequentare determinati luoghi. Una scelta, quella fatta dalle Istituzioni e dalla Prefettura, che ci pone davanti a una frattura sociale, che crea delle barriere basate sul ceto sociale o sulla provenienza geografica. Così si alimenta la retorica dell’esclusione, si allontana il concetto di accoglienza, si discrimina il turismo di massa, si criminalizza il popolo napoletano. L’idea che un gruppo pacifico possa essere etichettato come “indesiderato” mi sconvolge e lo ritengo inaccettabile. La montagna, il mare, i parchi e qualsiasi altro luogo naturale non devono essere a beneficio di una ristretta minoranza, ma patrimonio collettivo; non devono essere riservato a una élite. Invocare misure eccezionali, restrittive, forse anche i recinti, è impedire al popolo di muoversi liberamente, è voler fermare una moltitudine felice. La natura non può essere privatizzata culturalmente o socialmente, non può essere messa a disposizione di una cerchia ristretta, non può essere ridotta a un club esclusivo. La natura, va ricordato, è un diritto non un privilegio. Quello che rimane, di questa tristissima storia, è la diffidenza e l’ostilità, è la discriminazione sistemica e il pregiudizio di classe. I napoletani, come qualsiasi altro popolo, sono degni di Roccaraso forse è la società a non essere degna di sentirsi civile”.
Di Sabrina Valenti
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