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Pestata dal figlio del boss: l’intervista a Daniela Lourdes Falanga

Le aggressioni, le dimostrazioni d’odio e gli episodi di violenza di genere sembrano essere in pericoloso aumento, nel partenopeo. L’ultimo eclatante caso, quello della giovane trans pestata dal figlio del boss.

Giovane pestata dal figlio del boss, il commento

Negli ultimi tempi, prima un’aggressione ai danni di alcune dottoresse al lavoro nella sede di Arcigay a Napoli, poi le scritte che incitano all’odio ai danni del presidente del direttivo partenopeo dell’associazione, Antonello Sannino, e poi il caso dell’aggressione ai danni di una giovane ragazza transessuale, picchiata dal figlio di un boss della camorra dopo che questi aveva scoperto del suo percorso di transizione.

Di questo episodio abbiamo parlato con Daniela Lourdes Falanga, referente per le politiche transessuali di Antinoo Arcigay Napoli e delegata alla Legalità, contrasto alle mafie e carceri nella segreteria nazionale Arcigay, che ha subito inquadrato un aspetto centrale del problema. “La camorra porta con sé una cultura eteropatriarcale che lega i generi e li confina in una dimensione ben determinata”, ha sottolineato Daniela. “In questo caso, è il maschio che deve vincere e predominare su tutto e tutti“.

L’analisi del caso di Daniela Lourdes Falanga

La diretta su TikTok con cui il giovane ha “spiegato” la sua versione dei fatti testimonia come, apparentemente, l’aggressore non sembri essere conscio di quanto sia stata sbagliata la sua reazione alla confessione della giovane. “Da figlia di un boss“, ha raccontato Daniela, “mi rendo conto che i ragazzi, soprattutto chi non ha gli strumenti per creare distanza, subiscono la camorra e quindi hanno un imprinting di violenza e dominanza che fa gioco-forza con questa dinamica”.

Pur non avendo avuto ancora contatti diretti con la vittima dell’aggressione, Daniela confessa di volerla incontrare, per farle capire che la rivendicazione che ha fatto nei confronti del suo essere sé stessa è giusta. “Vorrei abbracciarla per farla sentire protetta e al sicuro”, le sue parole. Quanto al figlio del boss che l’ha pestata, la rappresentante di Arcigay ha invece ammesso di essere desiderosa di parlargli: “Chiedo di poterne parlare con lui, di potergli far capire che in realtà nella vità gli strumenti sono altri, che nella vita può avere la possibilità di poter regolare fatti, pareri e pensieri in maniera completamente differente”.

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