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Omicidio Maimone, per gli inquirenti Valda si allenava a sparare

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A sostegno dell’ipotesi, alcune riprese intercettate dagli investigatori al lavoro sul caso della morte di Francesco Pio Maimone. Per gli inquirenti, infatti, Valda si allenava a sparare: l’ultima volta, a una settimana circa dalla scomparsa del coetaneo.

Il retroscena: per chi indaga, Valda si allenava a sparare

A riprova di questo ci sarebbe il contenuto dell’ultimissima intercettazione presentata dagli investigatori e messa agli atti. Lo scorso 10 marzo, Francesco Pio Valda si sarebbe allenato a sparare assieme a un altro uomo, identificato dalle autorità (ma non indagato per i fatti di sangue di Mergellina), e una donna la cui identità resta ancora un mistero. I due uomini impugnavano due pistole, verosimilmente una calibro 38 e una 357, e discutevano dei diversi proiettili, come a lezione, confrontandosi sui diversi aspetti tecnici delle cartucce – “le botte”, le chiamano.

Non è ancora stato appurato se, effettivamente, in quel poligono improvvisato Valda e gli altri due abbiano testato nel pratico le armi o se si siano limitati a una “lezione teorica“. Quello che è certo, invece, è che al momento del suo arresto, in casa di Valda gli agenti hanno rinvenuto 19 cartucce calibro 38: per i giudici, la stessa arma che il presunto killer avrebbe impugnato il 20 marzo scorso fuori gli chalet, quando si sarebbe vendicato del torto fattogli da alcuni giovani affiliati di Rione Traiano. Un pestone, una scarpa sporcata, poi un calcio: la pistola viene estratta e puntata, per colpire chi aveva offeso Valda; la mira, però, vacilla e la pallottola colpirà un’altra persona. A perdere la vita, in quel modo insensato, un innocente: Francesco Pio Maimone.

Quella telefonata tra il fratello di Valda e una parente

Agli atti, tra le altre cose, ci sarebbe anche un’altra intercettazione, stavolta di una telefonata tra Luigi Valda, il fratello del presunto assassino, e una parente, Giuseppina Niglio. I nastri riportano le loro voci infervorate, in uno scambio di frasi che riflette il panico e la tensione dei momenti successivi alla morte del giovane Maimone. “Ma ti pare che per un paio di scarpe…?”, urla la donna. “Stronzo, le scarpe si lavano”, continua, riferendosi all’episodio che avrebbe dato il via alla rissa fuori gli chalet di Mergellina. Quindi, la reazione sdegnosa di Luigi Valda: “È stato solo un litigio tra ragazzi“. Una “tarantella”, la chiama lui, nel corso della quale ha perso la vita un 18enne estraneo ai fatti. “Ora ci dobbiamo preoccupare di come ci guardano?”, continua. “Perché, a mio padre non me l’hanno ucciso sotto casa? E allora io come devo guardare le persone?”.

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