Oggi Massimo Troisi avrebbe compiuto 70 anni. Ancora in queste ore il grandissio attore, simbolo di una napoletanità timida e ironica, viene ricordato da tutto il mondo dello spettacolo. Chi lo ha conosciuto racconta le sue gesta, le sue battute, la sua simpatia delicata. Chi non ha avuto questa fortuna ricorda Troisi guardando i suoi film, i pezzi de La Smorfia o le fantastiche interviste televisive degli anni 80.

La morte di Massimo Troisi dopo avere lasciato il set de Il Postino

La sera del 3 giugno 1994 Troisi salutò tutta la troupe del film “Il Postino” e il giorno dopo il suo cuore malato cessò di battere. Aveva 41 anni, da poco era rientrato a casa della sorella Annamaria al lido di Ostia quando, per l’ennesimo caso di febbre reumatica, il suo cuore “matto” cessò di battere.

Il debutto in teatro di Massimo Troisi

In teatro Troisi debuttò a 15 anni nella parrocchia con Lello Arena e altri amici per rimpiazzare un attore che non si era presentato. Massimo Troisi studiava da geometra ma la sua passione per la recitazione, la poesia e la scrittura lo portò verso quello che sarebbe diventato il suo lavoro.

Le sue battute recitate ancora oggi dalla gente comune

“Ma vafanculo, tu e mammina”, è la battuta con cui Troisi si congeda da Robertino, in Ricomincio da Tre. Una delle frasi che spesso vengono recitate per prendere in giro il prossimo che non vuole ascoltare i consigli. “Si, mo me lo segno” di Non ci resta che piangere, è il modo in cui si risponde a uno che ripete sempre la stessa cosa in maniera petulante.

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