Un “sodalizio”, composto da “imprenditori, dirigenti, dipendenti della pubblica amministrazione ed esponenti della realtà politica” regionale che si muoverebbe con l’obiettivo di influenzare gli appalti nel settore della sanità e in particolare quelli per le strutture di competenza dell’Asl Napoli 1 Centro. Questa l’ipotesi al vaglio della Procura di Napoli, circa l’inchiesta partita dalle presunte anomalie nelle gare per la prevenzione e il contrasto alla legionella, scaturite da mesi di indagini e di intercettazioni, eseguite dalla Guardia di Finanza anche mediante il virus spia trojan. Proprio dalle intercettazioni eseguite dalle Fiamme Gialle emergerebbe un quadro teso a pilotare commesse pubbliche a favore di un tot di imprese riunitesi in un consorzio. Al vaglio degli inquirenti anche rapporti intrattenuti da presunti intermediari con esponenti politici locali, nei quali si farebbe riferimento alla possibilità di entrare nel settore delle forniture di prodotti monouso presso ospedali non campani perché in questo settore “ci sarebbe la possibilità di ricarichi di prezzo che vanno dal 50 al 150 per cento”. Sarebbero presenti riferimenti anche al settore dei musei, e della possibilità di puntare sulle pulizie e sulla manutenzione del verde ma, a quanto pare, al di là di determinate chiacchiere, non vi sarebbe nulla di illecito, anche se la Guardia di Finanza, starebbe lavorando anche su altri filoni, come le problematiche legate alla metanizzazione delle strutture sanitarie. Vi sarebbe un caso che potrebbe configurarsi come corruzione, circa i lavori effettuati da un imprenditore nella casa di un dirigente pubblico, ma sarà l’inchiesta a svelarne la reale consistenza.