Dopo una simile tragedia, c’è sempre la necessità di trovare un colpevole. In questo caso sono diverse le responsabilità e gli errori commessi che hanno portato alla tragedia. Intanto la procura di Napoli ha aperto un fascicolo per frana colposa, per ora contro ignoti. Appena sarà possibile, terminate le ricerche, inizieranno sopralluoghi e perizie. Essendoci un’indagine aperta, i corpi delle vittime saranno probabilmente sottoposti ad autopsia, per cui non si sa ancora quando sarà possibile fissare i funerali.
Responsabilità politiche
In queste ore il capro espiatorio sembra, ormai, essere l’ex premier e presidente del M5S Giuseppe Conte, il quale avrebbe fatto un condono a Ischia nel 2018 e chiuso l’unità di missione sul dissesto idrogeologico “Casa Italia” con il compito di finanziare gli interventi per mettere in sicurezza le zone minacciate dal dissesto. Le accuse a Conte vengono da tutte le parti, in primis da Renzi “4 anni fa glielo avevamo detto. Si deve vergognare!”. Anche Calenda si scaglia duramente contro Conte, tramite un tweet.
Conte rinnega le accuse affermando che non si trattava di un condono, ma di un modo per sveltire l’analisi delle pratiche. Prima del 2018 le richieste di condono ad Ischia erano 27mila, poi c’erano le richieste per le costruzioni terremotate, dopo il sisma del 2017. Bruno Molinaro, l’avvocato di Ischia che ha lavorato alla norma, afferma “l’articolo 25 ha introdotto una corsia preferenziale per la presa in carico delle domande di sanatoria delle case danneggiate o distrutte nel sisma del 2017 inoltre stabiliva i condoni sulla base dei parametri delle sanatorie del 1985 e del 1994”, scelta cruciale. Infatti, queste due sanatorie impedivano di condonare le case costruite in aree di inedificabilità assoluta, mentre la sanatoria del 2003 impediva il condono anche nelle zone di inedificabilità relativa.
Il piano per il clima
Le tragedie come quella che si è appena verificata ad Ischia sembrano essere sempre più recenti. Tra le cause non si può ignorare quella del cambiamento climatico. Gli eventi climatici estremi sono sempre più frequenti e le precipitazioni più intense, come dimostra anche il recente rapporto di Legambiente Città Cima 2022. Intanto, manca ancora il piano per il clima. Il Piano Nazionale di Adattamento al Cambiamento Climatico è fermo in Parlamento dal 2018 e ormai necessiterebbe di apposite modifiche, dal momento che la condizione climatica è cambiata dal 2018 ad oggi. Il governo ha annunciato l’approvazione del piano entro fine anno.
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