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Riscuotevano il pizzo con la loro azienda, arrestati 2 imprenditori

Sequestrati 30 milioni di euro a due fratelli imprenditori del casertano, ritenuti vicini al clan camorristico dei Belforte

Sequestrati 30 milioni di euro a due fratelli imprenditori del casertano, ritenuti vicini al clan camorristico dei Belforte. Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di S. Maria Capua Vetere su proposta del Direttore della DIA e del Questore di Caserta. La contiguità dei destinatari del Decreto ai Belforte, attivi nel settore del cemento e della ristorazione, è emersa nell’ambito di una inchiesta giudiziaria svolta nel 2014 dalla Squadra Mobile di Caserta con il coordinamento dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e definita processualmente nel 2016.

Gli importi “gonfiati”

In particolare è stata riscontrata, anche grazie alle dichiarazioni rese da alcuni collaboratori di giustizia, una strutturata modalità di riscossione del pizzo tramite la loro azienda. Infatti il meccanismo criminale ideato dai due fratelli, definiti anche “le spie del pizzo”, si realizzava sia attraverso sovrafatturazione degli importi dovuti “gonfiando” i costi rispetto alle effettive forniture per consentire la creazione di “fondi neri” destinati al pagamento delle estorsioni, sia attraverso l’organizzazione di incontri tra gli estorti e gli appartenenti al clan.

Sistema collaudato

Tale sistema era così collaudato che gli imprenditori che avviavano nuove attività talvolta si rivolgevano spontaneamente ai predetti affinché indicassero i referenti dell’organizzazione da contattare per “mettersi a posto”.

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