«Si fa qui la seconda dose?». E’ la frase in codice da pronunciare entrando in un negozio nei pressi dell’ospedale San Gennaro di #Napoli. Poi bastava pagare i 300 euro richiesti e tirare fuori la tessera sanitaria per ottenere il Green pass.
Il ritrovo dei dipendenti infedeli
Il negozio era un punto di ritrovo di dipendenti infedeli del nosocomio, che non sono ancora stati tutti individuati. Ma a differenza delle altre truffe per il vaccino, in questo caso è tutto avvenuto per via informatica. Ovvero prima vengono caricati i dati della tessere sanitarie nel box del San Gennaro. E poi è arrivata l’attestazione della vaccinazione. Un meccanismo che a prima vista dovrebbe far pensare a un accordo che parte da chi materialmente inserisce i dati delle persone da vaccinare.
La scoperta
Il tutto è stato scoperto casualmente, confrontando l’afflusso al centro vero e proprio con le immunizzazioni effettuate quotidianamente. I Nas dei carabinieri e la procura di Napoli stanno indagando dopo una segnalazione dell’Asl competente. Ma non si tratta di un caso isolato. Nelle scorse settimane le cronache si sono riempite di arresti di operatori sanitari accusati di aver truffato con la somministrazione di finte vaccinazioni.
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