È iniziata così, con un video di denuncia sui social pubblicato una manciata di settimane fa, l’odissea di Gianmario, studente, barman e musicista che da anni vive piazza Bellini come la sua seconda casa. Proprio lì, dopo uno dei tanti concerti chitarra e voce davanti a tantissime persone, il 27enne è stato vittima di un pestaggio: ecco il suo racconto.
Dalla musica alla violenza, il racconto di Gianmario
Dopo aver lavorato per diverso tempo al Jurdau, uno dei bar della piazza della movida partenopea, Gianmario ha proposto al titolare del locale di suonare all’esterno, a due passi da un secondo baretto della zona, la Spilleria. Il titolare di quest’ultima, secondo il racconto del musicista, avrebbe dato il suo okay per la performance, salvo poi, in corso d’opera, porsi nei confronti del 27enne in maniera decisamente ostica. “Il proprietario della Spilleria è arrivato non totalmente lucido e ha iniziato a infastidirmi”. Inizia così il racconto di Gianmario di quella normale serata di fine settimana che, nel giro un secondo, si è trasformata in un incubo, per il 27enne.
“Ho cercato di redarguirlo e di farlo stare a suo posto”, ha continuato Gianmario. “Poi a fine live, circa due ore dopo, quando sono entrato nel suo locale per salutare lui e la sua compagna, c’è stata l’aggressione. Prima mi ha dato una testata e poi me ne ha date altre due. Ho lasciato passare qualche giorno, ho sperato che la giustizia facesse il suo corso, ma non sono stato avvisato di nulla, non so se sono stati presi provvedimenti nei confronti di questa persona, che tra l’altro era armata. Aveva un coltello, ha provato a cacciarlo più volte”.
Le consueguenze dell’aggressione
Un’aggressione gratuita e ingiustificata, quella raccontata da Gianmario, che lo ha lasciato, oltre che sanguinante, ferito anche psicologicamente. Nelle ore immediatamente successive ai fatti, il musicista non ha avuto freni: “Ne volevo parlare, volevo che si sapesse cos’era successo”. Poi, dopo quarantott’ore, il tracollo emotivo. “Sono crollato, ho iniziato a rielaborare tutto, a rivivere i momenti… Dopo tre settimane mi rimbomba in testa lo stesso episodio: lui che se ne va via come se niente fosse“. Immediate le reazioni di amici, parenti e conoscenti all’aggressione, così come la denuncia dei fatti alle forze dell’ordine e la corsa al Pronto Soccorso per farsi medicare.
“Mia madre non ha saputo niente fino al momento in cui sono tornato a casa, mio padre invece l’ho dovuto avvertire perché non sapevo come rientrare. Ovviamente nessuno dei due ha chiuso occhio, quella notte”, ha raccontato Gianmario. “Credo sia difficile mettersi nei panni di un genitore sapendo che il figlio viene aggredito così: ti toccano la cosa più preziosa che hai, non posso immaginare cos’hanno provato, ma di certo non se la sono passata bene. Questo è quello che vorrei evitare si ripetesse“.
Le pretese dei residenti e le idee sbagliate nei confronti degli artisti
Il tema della sicurezza in città è decisamente uno di quelli maggiormente attenionati dall’amministrazione locale eppure troppo spesso ancora al centro dei notiziari. Cronaca nera, fatti di sangue, aggressioni e rapine insistono su una città che si conferma sempre più scelta da turisti nazionali e internazionali. Quando abbiamo chiesto a Gianmario se si sente al sicuro per le strade della città, ecco la sua risposta, una risposta che riflette l’ansia di tante persone che vivono – o che vorrebbero vivere – Napoli in serenità. “No che non mi sento al sicuro… Purtroppo è in corso una lotta tra i residenti della zona e noi artisti di strada”. Dopodiché, la spiegazione dell’impasse. “I residenti lottano per una vivibilità comune rovinata dalla movida molesta e vedono noi artisti di strada veniamo visti come parte del problema. Il punto è che anche io che sono un musicista sono stato vittima di quella movida molesta”.
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