“Era meglio quando c’era il cantiere”: è questo il commento fatto con il volto piegato da un sorriso amaro da chi, nei dintorni di Porta Capuana, a Napoli, ci vive, ci lavora o semplicemente è di passaggio. Consegnati due mesi fa dopo ben sette anni di lavori, nel contesto del Grande progetto Unesco, i nuovi giardinetti di piazza Enrico De Nicola sono ridotti a una vera e propria pattumiera. Una discarica a cielo aperto: una piccola oasi di verde infestata da bottiglie, siringhe, vetro, plastica e cartacce.
Una piaga infestante, quella del degrado a Porta Capuana, segnalata più e più volte e continuamente tornata a riproporsi. L’operazione di restyling della piazza su cui svettano le mura e le torri aragonesi non sembrerebbe essere andata a buon fine, insomma, perché se da un lato i giardinetti ora esistono, ci sono delle panche ed è tutto formalmente a posto dall’altro la sua cura e gestione continuano a essere lacunose. Incuria e abbandono sono sotto gli occhi di tutti: a guastare le facce di chi quella zona emblematica della città ce l’ha sotto agli occhi, un sincero sentimento di sconforto.
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