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De Luca detta legge, Campania prima a introdurre l’obbligo del test

La situazione stava tornando a essere preoccupante. Già qualche giorno all’aeroporto di Malpensa e a quello di Fiumicino c’era la possibilità del controllo opzionale. A poche ore dall’annuncio dell’ordinanza ministeriale, De Luca decreta: in Campania tornerà l’obbligo di tampone.

La situazione in Italia

Stanno per tornare obbligatori i tamponi per chi arriva in Italia dalla Cina, sia con volo diretto che con scalo. L’iniziale allarme lanciato dai controlli volontari effettuati presso l’aeroporto di Milano Malpensa, in concomitanza con l’abbandono della politica zero-COVID da parte delle autorità di Pechino, ha indotto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, a firmare un’ordinanza che introduce nuovamente l’obbligo di test rapido per i viaggiatori in arrivo dalla Cina.

“Ho disposto, con un’ordinanza, tamponi antigenici COVID-19 obbligatori e relativo sequenziamento del virus per tutti i passeggeri provenienti dalla Cina e in transito in Italia”. E’ stato con queste parole che il ministro Schillaci ha decretato il cambio di rotta del Paese in fatto di gestione della pandemia. “La misura si rende indispensabile per garantire la sorveglianza e l’individuazione di eventuali varianti del virus al fine di tutelare la popolazione italiana. Riferirò più dettagliatamente nel corso del Consiglio dei Ministri convocato oggi”, ha poi concluso Schillaci.

L’ultima parola del presidente De Luca

A pochissima distanza dall’annuncio del ministro Schillaci della firma di un’ordinanza a livello nazionale, il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, è scattato, allineandosi con la direttiva italiana. Di fatto, però, il documento firmato da De Luca fa riferimento diretto a uno e un solo aeroporto campano: quello di Napoli Capodichino. Come si legge nell’ordinanza, si decreta che “i viaggiatori in arrivo all’Aeroporto Internazionale di Napoli dalla Repubblica Popolare Cinese, anche attraverso scali nazionali e/o internazionali” debbano “sottoporsi a tampone molecolare e/o antigenico presso i presidi all’uopo organizzati all’interno dell’Aeroporto“. In caso di positività, questi sono obbligati a “osservare l’isolamento fiduciario prescritto dalla normativa vigente e di sottoporsi a tampone molecolare per ulteriori approfondimenti ed eventuale genotipizzazione”.

E’ affidata agli USMAF, gli Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera, in raccordo con GESAC – Gestione Servizi Aeroporti Campani, Protezione Civile e ASL NA 1, la gestione dei presidi all’interno all’Aeroporto Internazionale di Napoli e la somministrazione di tamponi ai viaggiatori. A GESAC e all’ENAC (l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile), inoltre, il decreto regionale chiede di assicurare l’ampia diffusione del presente provvedimento presso le compagnie aeree interessate, al fine della informativa all’utenza. In chiusura di comunicato, una raccomandazione alle Forze dell’Ordine, affinché assicurino “ogni idonea misura finalizzata a garantire il rispetto del presente provvedimento”, e una ai cittadini, perché “idonei dispositivi di protezione individuale delle vie aeree negli aeroporti nonché in tutti i luoghi al chiuso e in ogni circostanza nella quale non risulti comunque consentito il distanziamento interpersonale”.

La paura per il rischio varianti

L’attenzione delle istituzioni in merito alla possibilità dello sviluppo di nuove varianti e sottovarianti di Coronavirus è alta, specialmente alla luce del boom di contagi riscontrati negli ultimissimi giorni. In merito, questa mattina, il governatore De Luca aveva invitato a tenere alta l’allerta.

Intanto, dall’Istituto Spallanzani di Roma arrivano spinte a intervenire con urgenza. “Il problema Cina oggi va affrontato con tempestività e coesione internazionale”, spiegano i ricercatori capitolini. “I dati, pochi e poco trasparenti, stanno creando timore nella comunità internazionale, anche quella scientifica. In un paese con un’alta percentuale di non vaccinati in cui sono stati utilizzati vaccini poco efficaci che danno una bassa protezione di popolazione, una così forte crescita esponenziale dei contagi possa generare la selezione di una nuova variante, molto più immuno-evasiva e trasmissibile“.

Secondo l’ultimo rapporto, il rischio è che le nuovi varianti traghettino “l’evoluzione di Sars-Cov-2 oltre Omicron, la variante dominante a livello globale ormai dalla fine del 2021″. Inoltre, secondo lo Spallanzani, “al momento, le poche informazioni che arrivano dalla Cina indicano che le varianti che stanno alimentando questa nuova imponente ondata di contagi sono le stesse che già circolano da tempo a livello globale, ancora quindi all’interno delle sottovarianti di Omicron”.

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