L’omaggio del Ministero della Cultura
Il 15 febbraio 1898 nasceva a Napoli Totò. Il suo genio inarrivabile è stato celebrato oggi anche da un tweet del Ministero della Cultura che scrive: “La sua comicità, contenuta in quasi 50 anni di carriera teatrale e cinematografica, ha cambiato per sempre il costume della Nazione”. Il post del Mic racchiude inoltre degli scatti stupendi, concessi dall’Archivio dell’Istituto Luce, appartenenti a diversi momenti della carriera cinquantennale di Antonio De Curtis.
Come nasce il celebre nomignolo Totò
Sono in molti a pensare che dietro il nome “Totò” possano esserci particolari aneddoti o storie dal dietro le quinte dei primi anni di carriera dell’indimenticabile attore napoletano. In realtà la soluzione è molto più semplice. A coniare il nomignolo “Totò” fu proprio la madre Anna Clemente, solo per chiamarlo più in fretta. Il figlio, rivelatosi particolarmente vivace e pieno di vita, all’età di quattordici anni lascia gli studi e passando da un’esperienza come pittore, comincia a recitare giovanissimo in piccoli teatri come macchiettista. “Meglio un figlio prete che artista” diceva spesso la madre, che tentò di avviarlo al sacerdozio.
La consacrazione sul grande schermo
Per molti anni Totò si dedica al cinema, recitando con attori affermati in Italia e in ambito internazionale. Il debutto avviene nel 1937 con “Fermo con le mani” e fino al 1967 interpreterà circa un centinaio di film. Fra i riconoscimenti ottenuti nella settima arte si possono citare la Maschera d’argento (nel 1947), cui fa seguito nel 1951 il Nastro d’argento per l’interpretazione nel film “Guardie e ladri” di Steno e Monicelli. Il cinema è stato un grande amore ma durante l’attività legata alla settima arte, Totò è stato provato da un grande disagio fisico. L’esposizione prolungata alle luci del set, infatti, provocò seri problemi di vista all’attore fin dagli anni cinquanta. Una situazione che volge al termine con la cecità del De Curtis, sopraggiunta nell’ultimo periodo di vita.
La storia dei tre funerali
Il principe della risata fu stroncato da un infarto, nella sua dimora di Roma di via dei Monti Parioli. Era il 15 aprile 1967. Nonostante la sua volontà di avere un funerale semplice, Totò non si sarebbe mai immaginato di ricevere l’onore di ben tre funerali. Il primo nella capitale, dove ricevette la visita dei più grandi personaggi dello spettacolo e della politica; il secondo a Napoli in un bagno di folla con 250mila persone che seguirono il corteo funebre; il terzo, questa volta con una bara vuota, organizzato nel cuore di Spaccanapoli da un guappo locale.
Totò è nella leggenda, cosa disse di lui Umberto Eco
Il mito di Antonio De Curtis è stato alimentato nel tempo dalle parole e migliaia di iniziative a lui dedicate. Umberto Eco espresse l’importanza di Totò nella cultura italiana con queste parole: “In questo universo globalizzato in cui pare che ormai tutti vedano gli stessi film e mangino lo stesso cibo, esistono ancora fratture abissali e incolmabili tra cultura e cultura. Come faranno mai a intendersi due popoli, di cui uno ignora Totò?”.
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