Martedì 31 dicembre si è tenuta la commemorazione di Maikol Giuseppe Russo, vittima innocente della camorra. A soli 27 anni, lasciò la moglie e i due bambini di appena 2 e 5 anni. Maikol fu vittima di una stesa della camorra durabnte la quale un proiettile vagante lo colpì all’interno di un bar in Piazza Calenda, la sera del 31 dicembre del 2015. Proprio in quella stessa piazza si è tenuta la commemorazione dedicata al ricordo di Maikol, promossa dal Trianon Viviani, l’Altra Napoli, Sanitansamble e dall’associazione dei commercianti A’Forcella, con il supporto del vicepresidente della commissione parlamentare ecomafie Francesco Emilio Borrelli.
Il 31 dicembre si ricordano anche altre vittime innocenti della camorra. Tra questi, Giuseppe Veropalumbo, ucciso a Torre Annunziata da un proiettile esploso durante i festeggiamenti per il Capodanno 2008, Nicola Sarpa, ucciso da colpi di pistola sparati in aria durante la notte di Capodanno e Carmine Cannillo, anch’egli ucciso a Crispano da un proiettile vagante.

Festeggiamenti a colpi di pistola
Sono numerosi i filmati diffusi sulla pagina Facebook del deputato Francesco Emilio Borrelli che mostrano tante persone, tra cui giovani ragazzi e ragazze, che sparano con pistole e fucili per festeggiare l’anno nuovo. “E’ come un virus che si sta diffondendo in maniera sempre più vasta- ha dichiarato il deputato- questa follia collettiva che porta le persone a violare le norme di sicurezza e legalità e le regole del buon senso, che in nome di una festa si arrogano il diritto di mettere in pericolo se stesse e gli altri, bambini inclusi. E il trend delle pistole è destinato a crescere dato il mercato nero che da qualche tempo si è creato. Sui social molti rivenditori pubblicizzano armi a salve che poi vengono modificate e lo fanno senza alcun timore. Come è possibile? Che poi queste pistole una volta conclusosi il capodanno non vengono mica gettate e magari utilizzate per qualcos’altro. Questa pazzia va fermata. Le ordinanze comunali non bastano e neanche servono se non per lanciare dei segnali che devono essere colti dal Governo. Occorre una legge nazionale sulla cui proposta stiamo lavorando. Legge che però potrà funzionare se verrà applicata e non resterà solo sulla carta e quindi significa punire anche la più piccola, trasgressione.”
Di Sabrina Valenti
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