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Cippo di Sant’Antonio, tensione alla Sanità

I fuochi del cippo di Sant'Antonio

La notte tra il 16 e il 17 gennaio, come da (brutta) tradizione partenopea, si è trasformata in un momento di tensione tra scugnizzi impavidi e Forze dell’Ordine. Il rito del “Fuocarazzo”, vale a dire l’incendio di ogni tipo di legname al centro delle piazze, si è ripetuto alla Sanità, in via Salvator Rosa e a Piazza Garibaldi. Incendi altissimi creati da ragazzi festanti, con il viso travisato da sciarpe e cappelli, che all’arrivo delle forze dell’ordine hanno risposto con il lancio di sassi. Incendiati nel corso della notte anche diversi bidoni dell’immondizia, roghi poi spenti dalle squadre dei Vigili del Fuoco.

Le immagini divulgate dal deputato Borrelli

“Sono dei piccoli criminali”, ha raccontato Francesco Emilio Borrelli, che ieri sera era in diretta dal rione Sanità. Sul posto anche il giornalista Pino Grazioli e l’inviato di Striscia la Notizia Vittorio Brumotti. “Famiglie di farabutti sono in azione: ce ne sono almeno duecento, di giovanissimi, in strada questa notte alla sola Sanità. Quartieri spagnoli, Mergellina, Sanità, via Salvator Rosa, piazza Mercato, sono tutte sotto assalto. È una notte di follia questa”.

Gli incidenti con le forze dell’ordine

Decine e decine le chiamate ai Vigili Urbani da parte di cittadini spaventati in tutte le zone di Napoli. Nella zona di Materdei i carabinieri sono stati presi di mira da un gruppo di ragazzini che ha lanciato sassi e legname contro i militari. Un’autovettura dei carabinieri è stata colpita e un vetro è andato in frantumi.

Ogni anno la stessa storia, gli stessi incendi, gli stessi incidenti

Questa triste e violenta tradizione è decennale, quella, invece legata al culto religioso è centenaria. Abbiamo raccontato, come Sicomunicazione, negli anni precedenti i vari incidenti avvenuti in città. Nel 2022 gli incendi furono di minor numero ma comunque gravi. Nel 2023 i controlli partirono già dal giorno prima. Il rito del fuoco dedicato a Sant’Antonio risale a un’antica leggenda. Dal Buvero, dove c’è la chiesa dedicata al Santo, si svolgeva la processione dedicata al Santo al termine della quale si benedicevano gli animali. Un momento che seguiva l’immancabile rito del “fuocarazzo”, ovvero si preparavano grandi cataste di legno per darvi fuoco, un modo per simboleggiare la potenza del Santo in grado di spegnere le forze del Male ma anche un modo per disfarsi del vecchio.

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