Ieri la cattura di Francesco Cirillo, latitante affiliato al clan dei casalesi. Ma sul suo arresto emergono nuovi particolare. L’uomo avrebbe infatti cercato di scappare all’arresto rifuggiandosi sul tetto per poi intavolare una trattativa con i Carabinieri per venire giù senza drammatiche conseguenze. “La mia vita è finita, 30 anni di carcere, non ce la faccio…” ha detto l’uomo ricercato davanti ai militari dell’arma. Il Colonnello Salvatore Sferlazza ha infatti intavolato una trattativa di 24 minuti per convincere l’uomo a scendere dal tetto. L’uomo si nascondeva in un’ abitazione di Acerra con l’obiettivo di scappare al più presto all’estero.
L’imprenditore Noviello ucciso per le denunce a Cirillo
Francesco Cirillo, ritenuto affiliato al clan dei Casalesi è stato infatti condannato a 30 anni di reclusione per l’omicidio, avvenuto nel 2008, dell’imprenditore Domenico Noviello, che si era ribellato alle estorsioni della Camorra. La morte di Noviello sarebbe avvenuta proprio perchè Cirillo era stato denunciato dall’imprenditore. Il Boss setola si sarebbe infatti vendicato della denuncia fatta a Cirillo, ammazzando l’imprenditore.
Soddisfazione dei familiari di Noviello
“Sono consapevole – dice Mimma Noviello , figlia dell’imprenditore ucciso .che la fermezza mia e dei miei fratelli mostrata durante i tre gradi di giudizio, è stato un esempio per tanti, così come i valori di civiltà e di fiducia nelle istituzioni che io e mio marito inculchiamo ai nostri figli, sono il frutto dell’eredità morale lasciata da mio padre”.
Di Simone Illiano
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