Si sono concluse ieri le indagini sul Carabinieri che, tra il 29 febbraio e il primo marzo 2020, aveva colpito a morte il giovanissimo Ugo Russo nel corso di un tentativo di rapina. Oggi, in merito, si è pronunciato suo padre, Enzo.
Le parole del padre del 15enne morto nel 2020
Il Carabiniere che aveva aperto il fuoco, ora, rischia di essere processato per omicidio volontario, con diverse prove piuttosto incriminanti a suo carico. Intanto il padre di Ugo, Enzo Russo, insiste nel ritenere spropositata la reazione del militare nei confronti del giovane.
“Ho sempre detto dal primo giorno che mio figlio ha sbagliato ma non doveva pagare con la vita”, sono state le parole di Enzo Russo alla stampa. “Doveva essere messo a confronto con il suo errore, come tutti i ragazzi e le persone che sbagliano. A 15 anni, non sapeva neanche lui cosa voleva dalla vita. Se c’è qualcuno che pensa che può ammazzare un’altra persona e passarla liscia, non deve essere possibile”.
Il Carabiniere che aveva aperto il fuoco è ancora in servizio
Quando gli è stato chiesto cosa ne pensa del fatto che il Carabiniere sia ancora in servizio dopo gli eventi dello scorso 2020, il padre del giovane Ugo ha risposto che non è una domanda da fare a lui. “Chiedetelo a chi l’ha riassunto in servizio. A me interessa sapere se mio figlio quella sera poteva essere trattato diversamente, poi se il militare viene riassunto non è un problema mio, ma dello Stato. Se lo Stato pensa che chi ammazza una persona può tornare a lavoro, armato, non dovete chiederlo a me ma a loro”.
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