di Teresio Costa
Non è una novità, nonostante il permanere in zona gialla la Campania mostrava già un indice rt, ovvero la capacità di ciascun contagiato dal covid-19 di trasmettere la malattia al netto delle misure restrittive, da zona arancione, superiori in alcuni casi a regione che sono in questa fascia d’appartenenza. A rendere ancora più preoccupante il quadro è il fatto che determinate zone campane, tra le più densamente popolate, presentano indici invece da zona rossa, in particolar modo per il numero di positivi in rapporto a centomila abitanti. Nel dettaglio, tra le zone maggiormente a rischio, vengono segnalati determinati comuni dell’Area Nord di Napoli, in particolar modo Melito che già durante l’ondata dell’anno scorso aveva pagato un prezzo altissimo al covid, con la morte anche del sindaco e medico Antonio Amente. Ma vi sono altri comuni compresi nell’hinterland cittadino a destare preoccupazioni e sono Sant’Antimo, Caivano, Casalnuovo, Casoria e Afragola, tutti paesi con un numero consistente di abitanti e strettamente legati al tessuto economico urbano. A creare questa ondata campana che sembra non arrestarsi è un certo allentamento delle abitudini anticontagio da parte della cittadinanza e, se come dicono gli esperti l’impatto esterno è meno forte, a rimanere fortemente a rischio sono le visite in abitazioni private e la permanenza di troppe persone in uffici o fabbriche, con una diminuzione anche del regime di smart working. Insomma, è una Campania a doppio binario, con una campagna vaccinale che segna numeri alti ma contagi che non stentano a diminuire, Urge quindi raggiungere la cosiddetta immunità di gregge nella terza regione più popolata d’Italia, la prima per densità abitativa.