Traffico di sostanze stupefacenti e accesso indebito di dispositivi idonei alla comunicazione per i detenuti, reati aggravati dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolare l’associazione camorristica denominata della “Vanella Grassi”, attiva in particolar modo nella zona del “Perrone” di Secondigliano.
I dettagli dell’operazione della Polizia di Stato
E’ quanto la Polizia di Stato e la Procura di Napoli contestano nell’ambito di una vasta operazione frutto di una indagine che ha portato a un’ordinanza emessa dal gip nei confronti di 12 persone, di cui 10 sottoposte alla custodia in carcere, 2 agli arresti domiciliari
Ecco quanto si pagava per un cellulare
Secondo quanto emerso dall’attività investigativa i droni, modificati per aggirare i sistemi di blocco, riuscivano a raggiungere altezze considerevoli per poi atterrare nei cortili della casa circondariale di Secondigliano per consegnare droga e cellullari. Per un micro cellulare in carcere i detenuti arrivavano a pagare anche 300 euro e che ce ne volevano addirittura 1300 per uno smartphone. A gestire le attività era il clan della Vanella-Grassi, in particolare un elemento di spicco di questa famiglia malavitosa, che fa parte dei gruppi criminali componenti la cosiddetta Alleanza di Secondigliano. Le basi di partenza dei droni erano state individuate in un terrazzo che si trova nei pressi del carcere e anche dal vicino campo nomadi.
Arrestate 3 persone in flagranza di reato
Nel corso delle indagini, si è proceduto all’arresto in flagranza di 3 soggetti e al sequestro di oltre 2 kg di sostanze stupefacenti, di un drone dotato di telecamera, nonché di numerosi microtelefoni cellulari e schede telefoniche. “E’ l’ennesima riprova che le carceri sono permeabili, entra di tutto e di più, sono anni che lo dimostriamo, con i sequestri di telefoni, le parole del procuratore di Napoli Nicola Gratteri.
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