Un gruppo criminale, in cui sono coinvolti datori di lavoro e impiegati presso centri per l’impiego compiacenti, che, in cambio di denaro, predisponeva e presentava la falsa documentazione richiesta dal decreto flussi ed emersione dal lavoro irregolare per l’ottenimento del permesso di soggiorno in Italia.
E’ questo l’ulteriore scandalo migranti, emerso a seguito delle indagini dei carabinieri della compagnia di Eboli, che hanno eseguito un’ordinanza di misure cautelari, emessa dal gip del tribunale di Salerno sulla richiesta della procura dello stesso capoluogo salernitano. Una vera e propria associazione a delinquere operante anche nelle province campane di Napoli, Avellino, spingendosi anche in Veneto, dove a Padova sono stati scoperti altri elementi di reato nelle indagini.
16 gli indagati
Tremila euro era la cifra chiesta dai responsabili dell’organizzazione criminale per attivare l’iter delle pratiche di emersione dal lavoro irregolare. 1.300 euro richiesti al datore di lavoro, nonche’ la somma di circa 1.500 euro pro-capite relativa ai flussi stagionali. Nell’inchiesta alle 16 persone indagate vengono contestati, a vario titolo, reati di associazione a delinquere finalizzata alla commissione di una serie indeterminata di delitti in materia di immigrazione e falsi, ma anche devastazione, incendio e ulteriori reati in danno di compagnie assicurative
Su quest’ultima vicenda la procura di Salerno è riuscita a risalire al 23 marzo del 2020. In quella data due dei sedici indagati, per incassarne il successivo risarcimento, avrebbero appiccato un incendio all’interno di un’abitazione legata ad un contratto assicurativo del valore di 1 milione e 400mila euro, proprio in materia di incendi. Abitazione di Postiglione, piccolo comune sempre nella provincia salernitana.
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