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Blitz di Potere al Popolo ed ex OPG da Montblanc in via dei Mille

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Blitz fuori la pelletteria Montblanc di via dei Mille, a Napoli, con protagoniste attiviste e attivisti di Potere al Popolo e dell’ex OPG “Je so’ Pazzo”. Una manifestazione fulminea, quella andata in scena questa mattina, per protestare contro la multinazionale Montblanc nella stessa giornata in cui il dissenso viene espresso in altre città d’Italia, oltre che in Francia e Germania, lanciata da Prato dagli operai in appalto e dal loro sindacato Sudd Cobas.

Gli attivisti e le attiviste hanno disteso un tappeto rosso con scritto “Walk of shame” davanti all’ingresso del negozio napoletano, vestiti con delle pettorine giallo fluo, srotolando uno striscione con su scritto “Giù le mani da chi sciopera. Solidarietà ai lavoratori Montblanc” e agitando cartelli con scritto “Shame in Italy” e lo slogan “8×5”.

Attiviste e attivisti in azione contro Montblanc

Durante il flash mob, con vari interventi al megafono, gli attivisti hanno solidarizzato con gli operai di Prato assunti da ditte in appalto locali (Z Production e Eurotaglio) che lavorano in mono-committenza con la Richemont, holding finanziaria svizzera che riunisce vari marchi di lusso tra cui, appunto, Montblanc. Gli operai, organizzati dal Sudd Cobas, denunciavano turni di lavoro illegali di 12 ore per 7 giorni. Erano riusciti all’inizio dell’anno a ottenere il rispetto del CCNL di settore, lavorando 8 ore per 5 giorni, con il pagamento di tutti i contributi, ma a quel punto le ditte suddette hanno visto contrarsi le loro commesse fino all’azzeramento, con il licenziamento di 70 lavoratori, mentre le commesse sono state “delocalizzate” in altre piccole aziende della Piana fiorentina e pratese.

Le dichiarazioni dai portavoce dei gruppi di protesta

Potere al popolo e l’Ex Opg hanno ricordato che “dietro il lusso si nascondono storie di sfruttamento, non solo all’estero ma anche qui in Europa e in Italia. Di fronte a una delocalizzazione punitiva contro la sindacalizzazione dei lavoratori, le istituzioni non possono lavarsene le mani”. Proseguono gli attivisti: “Richemont è direttamente responsabile delle condizioni di lavoro applicate dalle aziende in appalto, tanto da togliere le commesse a quelle aziende dove i lavoratori decidono di alzare la testa. Le istituzioni non possono lavarsene le mani”.

“Il Governo con il ddl 1660”, proseguono, “introduce il reato di blocco stradale per impedire i picchetti dei lavoratori che chiedono diritti e l’emersione dallo sfruttamento, attacca i lavoratori migranti togliendo la protezione internazionale e deportandoli in Albania, ma non fa nulla contro quelle aziende, straniere e non, che infrangono la legge e delocalizzano. Il Governo ‘sovranistaì è forte con i deboli e debole con i forti. Servono maggiori controlli, sanzioni vere contro il lavoro nero e una legge contro le delocalizzazioni che impedisca agli imprenditori e alle multinazionali di fare il bello e il cattivo tempo”.

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