Si è conclusa nella giornata di ieri 30 settembre la Festa dei Gigli di Barra, un evento diventato ormai tradizione per gli abitanti del posto.

La manifestazione si tiene ogni anno nel periodo di settembre e coinvolge tutte le generazioni che partecipano ai festeggiamenti con un profondo senso di appartenenza e identità.

Questa celebrazione non rappresenta solo un richiamo alla religione e alla solidarietà ma è diventata simbolo culturale e artistico della tradizione partenopea. Proprio i Gigli rappresentano delle opere d’arte create dopo tanti mesi di intenso lavoro. Questi diventano protagonisti della competizione artistica tra artigiani, musicisti e coreografi.

La tradizione

La Festa dei Gigli, originariamente dedicata a Sant’Antonio e Sant’Anna, risale al 1822. La tradizione consiste nel trasportare il Giglio, un maestoso obelisco a forma piramidale, per le strade del quartiere. Il compito è affidato alla “paranza”, 128 uomini che prendono parte alla ballata. Ogni Giglio inizia a sfilare dalle prime ore del mattino per poi arrivare a Corso Siena, la più antica via della zona. Qui, vengono effettuate diverse esibizioni come le cosiddette “Girate”, la rotazione del Giglio su sé stesso. Dopo la mezzanotte ogni Giglio può rientrare nel suo rione.

Il programma della festa

Il programma di quest’anno ha visto la partecipazione di numerose associazioni, spettacoli e rappresentazioni. Musiche, canzoni e colori tra le strade del quartiere di Barra che si riempie da anni in occasione della celebrazione.

Di alto impatto l’obelisco dedicato al tema della violenza sulle donne, un messaggio solidale promosso dall’Associazione Figurelle Marghieri. Il Giglio presentava il volto di una donna coperto da diversi lividi e segni di violenza. Le scarpe rosse, invece, erano rappresentate come simbolo della battaglia alla negazione dei diritti.

Di Sabrina Valenti

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