70 immobili, 26 terreni, 6 società, e oltre mezzo milione di euro. Siamo all’inizio del maggio scorso, questo il bilancio dei sequestri nei confronti dei componenti del cosiddetto clan delle aste, organizzazione camorristica di origine avellinese, la cui reale esistenza è stata sancita ufficialmente nelle aule del tribunale di Avellino lo scorso 27 aprile.
Clan “delle aste”, la decisione del Tribunale di Avellino
Per i giudici irpini di “Aste Ok”, “i dati processuali acquisiti al termine del dibattimento restituirono i contorni di una organizzazione criminale ben ramificata e distinta del ben noto “clan nuovo Partenio”, sempre operante nel territorio avellinese. A farne parte, nella veste di promotori, organizzatori e partecipi, sarebbero Nicola Galdieri, Livia Forte, Armando Aprile, Modestino Forte (deceduto), Damiano Genovese, Carlo Dello Russo e Beniamino Pagano, e come concorrenti esterni da Gianluca Formisano e Antonio Barone.
Oggi altro capitolo della vicenda giudiziaria con la conferma dei sequestri messi in atto dalla direzione distrettuale antimafia di Napoli. Il tribunale del Riesame di Napoli (ottava sezione presieduta dal giudice Capozzi e composta dai magistrati Ruggiero e Consiglio) ha sostanzialmente certificato il sequestro disposto dalla DDA di Napoli nel mese di maggio. Fissato per lunedì la discussione al riesame del ricorso avanzato dall’indagata Livia forte, che nelle indagini della DDA viene definita la signora delle aste. Visto il sequestro bis dei beni materiali già posti in essere non ci saranno quasi sicuramente capovolgimenti di fronte.
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