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Scontri a Napoli durante il corteo di protesta contro la NATO

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Scontri, cariche e manganellate hanno accolto le poche decine di attiviste e attivisti che, ieri sera, hanno provato a marciare in strada, a Napoli, in direzione del teatro San Carlo, all’interno del quale era in programma un concerto per il 75esimo anniversario della NATO. Dopo l’occupazione del rettorato dell’Università “Federico II”, gruppi, associazioni e collettivi avrebbero voluto portare la propria dimostrazione pacifica di dissenso all’esterno del massimo partenopeo, ma nello sfilare in corteo armati di bandiere e striscioni lungo via Toledo si sono trovati ogni via d’accesso al San Carlo sbarrata da un folto schieramento di forze dell’ordine.

Le parole di chi ha preso parte al corteo

“Quello che è successo in questa piazza ci dimostra qual è lo stato di salute di questo paese”, ha detto subito dopo le cariche con la Polizia Marta, attivista dell’Ex OPG – Je so’ pazz. “Siamo arrivati con un piccolo gruppo di manifestanti, con striscioni e cartelli, per dire che Napoli ripudia la guerra. Ci siamo trovati davanti un dispiegamento di forze dell’ordine impressionante. Cariche a freddo violentissime, tanti feriti: qualcuno ha riportato anche gravi ferite alla testa”.

Tra i partecipanti al corteo, anche giovani studentesse e studenti dei licei di Napoli, come Ottavia, 18 anni, attivista del coordinamento Kaos. Quando le abbiamo chiesto se si sente al sicuro a scendere in strada a manifestare il proprio dissenso, ha risposto con risolutezza e decisione. “No, affatto. Io so che posso farlo, so che è mio diritto e lo faccio a testa alta, ma ritrovandomi davanti uno schieramento di forze dell’ordine così imponente mi ha fatto gelare il sangue”.

“I 75 anni della NATO raccontano per noi la celebrazione dei guerrafondai, in un momento storico in cui si sta irresponsabilmente spingendo tutto il mondo verso scenari di guerra allargante e concreti”, ha dichiarato Davide di Insurgencia. “Una macchia indelebile sull’operato dell’amministrazione comunale che racconta Napoli come città di pace e poi all’interno del San Carlo, uno dei luoghi più simbolici della nostra città, accoglie in pompa magna i signori del fragore delle bombe e delle armi in un momento in cui ideologicamente, economicamente, militarmente e politicamente la NATO si rende protagonista del genocidio in Palestina”.

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