Nel nostro consueto viaggio nel mondo del lavoro, tra vecchie e nuove professioni, ci siamo imbattuti in un nuovo e affascinante lavoro: il comunicatore che si occupa di marketing e strategie non solo sui social. Nel nostro tour ci siamo imbattuti in Gianmarco De Stefano, imprenditore, comunicatore, esperto di strategie aziendali da oltre vent’anni.
Come hai iniziato nel mondo del marketing e della comunicazione?
Il mio percorso nel mondo del marketing e della comunicazione è iniziato circa 20 anni fa, mentre lavoravo come dipendente in un’azienda di consulenza. In quel periodo, ho iniziato a riflettere sulla crescente importanza delle attività digitali nel settore del marketing. Poiché il mondo stava cambiando rapidamente con l’avvento delle tecnologie digitali, ho iniziato a guardarmi intorno per cercare di individuare quali sarebbero state le opportunità nell’immediato futuro per un approccio strategico alle attività di marketing trasformandole in ambienti digitali. Sono sempre stato affascinato dalla teoria economica, dal marketing strategico e dalle nuove tecnologie, per questo ho iniziato ad approfondire le mie conoscenze guardando video su YouTube all’inizio successivamente reel sempre più settoriali ed inoltre ascoltando podcast mentre viaggiavo per lavoro. Ho iniziato ad acquistare anche dei manuali ma non sempre che parlassero di marketing o di pubblicità. Ho rispolverato i grandi classici, ma sopratutto quelli di filosofia. A mio avviso, la base di tutte le cose. Ho iniziato a frequentare anche alcuni convegni di comunicazione e festival di filosofia per l’appunto. Meravigliosi. In particolare quello che si svolge nella città di Modena. Questo mi ha dato l’opportunità di crescere come professionista e capire sempre meglio che il confronto, la lettura dei giornali o l’approfondimento sono alla base di qualsiasi progetto.
Fare l’imprenditore nel mondo del marketing, come si fa?
Pur avendo fondato diverse realtà imprenditoriali nel settore del digitale, non mi considero un imprenditore nel senso classico del termine. Credo che imprenditori si nasca, e io mi definisco più un manager. Fare impresa è una vocazione, e penso che ci siano pochi veri imprenditori illuminati. La maggior parte delle persone sono “prenditori”, nel senso che prendono qualcosa da altre parti, senza crederci realmente, e cercano di investire senza rischi. Con le risorse di altri. Questo però è un discorso più articolato, mi riferisco anche all’etica di fare impresa. Purtroppo di etica ne vedo veramente poca. Per me, è importante sostenere la divulgazione di informazioni e strategie a tutti i livelli, per aiutare la comunità a crescere e prosperare. Questo è anche uno dei motivi per i quali quando posso preferiscoandare nelle scuole a fare progetti, seminari, workshop ed incontri. Mi piace stare con le nuove generazioni e capire quali siano le loro aspettative. Le classi che incontro mi fanno tante domande e purtroppo mi rendo conto che c’è un disagio sociale a cui la scuola e la Politica in generale dovrebbe fare molto di più. Purtroppo il crescente divario tra l’istruzione e le esigenze del mercato del lavoro è un’altra sfida significativa. Molti giovani si trovano a dover affrontare un mercato del lavoro sempre più competitivo, senza avere le competenze e le conoscenzenecessarie per far fronte alle richieste del mondo professionale. Questo divario può portare a sentimenti di inadeguatezza e di scarsa fiducia in se stessi. Per affrontare efficacemente il disagio dei giovani nel mondo del lavoro, è necessario adottare un approccio integrato che coinvolga sia il settore pubblico che quello privato. Per questo motivo parlavo di Istituzioni Politiche e Scuola. È fondamentale investire nell’istruzione e nella formazione professionale, fornendo ai giovani le competenze e le conoscenze necessarie per affrontare le sfide del mercato del lavoro moderno. Inoltre, è importante creare opportunità di lavoro stabili e sicure, promuovendo politiche occupazionali inclusive e sostenibili. Le associazioni di volontarie fanno tanto ma molto deve partire dal centro di tutto. Mi auguro che questo nuovo disegno di legge per gli istituti professionali vada in porto con tempestività.
Sei stato Presidente del gruppo giovani imprenditori della CNA di Napoli?
Essere Presidente del gruppo giovani imprenditori è stata una bellissima esperienza. Mi ha permesso di promuovere l’innovazione e lo sviluppo imprenditoriale nella mia comunità locale, e mi ha dato l’opportunità di incontrare persone valide con cui ho costruito ottimi legami. Uno dei momenti più significativi è stato quando abbiamo lanciato un programma di mentorship per giovani imprenditori emergenti. È stato gratificante vedere come il nostro sostegno e la nostra guida abbiano contribuito al valore di tanti giovani. Tanti parlano, sopratutto nei momenti di crisi, delle associazioni di categorie. Tanti fuggono. Io, invece al contrario ritengo che siano fondamentali per una crescita sana e sostenibile. Una delle principali ragioni per cui è importante appartenere a un’associazione di categoria è il potere della rappresentanza. Le associazioni lavorano attivamente per difendere gli interessi e promuovere le esigenze delle imprese del settore presso le istituzioni pubbliche, contribuendo così a creare un ambiente normativo favorevole e a proteggere i diritti degli imprenditori. Attraverso il loro lavoro di lobbying, queste associazioni possono influenzare l’elaborazione di leggi e regolamenti che riguardano il settore, garantendo che le voci delle imprese siano ascoltate e prese in considerazione. Inoltre, le associazioni di categoria offrono una serie di servizi e risorse pratiche che possono essere estremamente utili per le imprese. Questi possono includere consulenza legale, assistenza fiscale, servizi di formazione e sviluppo professionale, accesso a finanziamenti e agevolazioni, e molto altro ancora. Questi servizi aiutano le imprese a risolvere problemi e affrontare sfide quotidiane in modo più efficace ed efficiente, consentendo loro diconcentrarsi sul loro core business e raggiungere i propri obiettivi aziendali. Esistono tanti altri motivi interessanti. Tutto questo per dire, in una estrema sintesi e cioè che se non si è uniti ed insieme non si va da nessuna parte.
Cosa ti ha spinto a immergerti nel mondo del marketing digitale?
Il marketing digitale è un campo in continua evoluzione, e sono sempre stato attratto dalla sfida di stare al passo con le ultime tendenze e tecnologie. Ho investito molto tempo e risorse nel perfezionare le mie competenze, specialmente in ambiti come SEO e sviluppo di siti web e-commerce. Una delle sfide principali è stata rimanere aggiornato su un panorama così dinamico, ma è stata anche una delle parti più gratificanti del mio percorso professionale.
Quali sono i tuoi progetti futuri nel campo del marketing digitale e della comunicazione?
Attualmente, insieme al mio fratello Massimo, guido una delle realtà più ambite nel campo del digital marketing, della comunicazione e della web reputation. Continueremo a concentrarci sull’innovazione e sull’approccio strategico alle esigenze dei nostri clienti, cercando sempre di confermare risultati positivi e di mantenerci stretta la fiducia dei nostri clienti oltre. Sono entusiasta di continuare questa avventura e di vedere cosa ci riserva il futuro nel mondo del marketing e della comunicazione. A tutto questo però, le sfide non finiscono. In mezzo a questa abbondanza, c’è anche una tempesta di sciocchezze che minaccia di confondere le nuove generazioni e di destabilizzare le aziende in transizione. Ecco, noi oltre a proiettarci verso il futuro dobbiamo difendere il presente. Le piattaforme digitali hanno fornito un palcoscenico senza precedenti per la condivisione di idee e opinioni. Ma, purtroppo, insieme alle voci autorevoli emergono anche quelle meno affidabili, spesso travestite da verità assolute. Questo fenomeno è particolarmente pericoloso per le giovani menti in fase di sviluppo, che possono trovarsi bombardate da informazioni distorte o completamente false. Le aziende, soprattutto quelle in transizione generazionale, sono particolarmente vulnerabili a questodiluvio di informazioni errate. Il passaggio delle redini da una generazione all’altra richiede una comprensione chiara dei valori fondamentali dell’azienda e una visione condivisa per il futuro. Tuttavia, se le nuove generazioni sono confuse o influenzateda informazioni errate, questo processo può essere compromesso. E’ anche in questo scenario che la nostra presenza da professionisti è fondamentale. Attuare piani di Digital Trasformation è, ad oggi fondamentale. E’ ovviamente fondamentale che ciò avvenga mediante piani operativi di sviluppo creati e gestiti appunto da competenti e professionisti. In un ambiente aziendale, la confusione può tradursi in indecisione, mancanza di coesione e persino in perdite finanziarie. Le aziende devono essere in grado di discernere tra ciò che è vero e ciò che è falso peradattarsi alle mutevoli dinamiche del mercato e rimanere competitive. Ma se le fondamenta della verità sono minate dalla confusione digitale, il percorso verso il successo diventa incerto.
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