Arriva direttamente dalla Regione la stretta sugli affitti brevi. Queste misure più nette e stringenti per l’hospitality extralberghiera serviranno a mettere ordine nel fitto caos delle case vacanze, che al momento godono di maggiori libertà rispetto a B&B, affittacamere gestiti da imprese e case vacanza in fitto per un minimo di 30 giorni. Se da un lato questi ultimi devono aver presentato al Comune una Segnalazione Certificata di Inizio Attività (meglio nota come SCIA), altrettanto non era obbligatorio per gli affitti brevi: una piccola miniera bolla che metteva in condizione i furbetti di fare affari in nero nel settore.
Stretta sugli affitti brevi, tra istituzioni e associazioni
A decretare lo stop, il provvedimento di Palazzo Santa Lucia approvato in consiglio lo scorso 5 luglio e accolto a braccia aperte anche dalle istituzioni comunali partenopee. Niente bassi stretti o garage in affitto ai turisti, spiega l’assessore regionale al Turismo Felice Casucci, che sottolinea come il provvedimento, essenzialmente, sia volto a combattere l’abusivismo. L’iniziativa trova l’appoggio anche della sua corrispettiva a Palazzo San Giacomo, Teresa Armato, che assicura come dal Comune siano già al lavoro per l’istituzione di un’anagrafe delle strutture ricettive. Segnali di approvazione arrivano anche dalle associazioni di categoria. Il provvedimento, secondo il presidente di Abbac, Agostino Ingenito, metterà a rischio multa circa 3 dei 5mila annunci di locazione abusiva in città, cosa che, con le norme precedenti, non sarebbe successa.
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