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Tuffi pericolosi e video sui social: l’incoscienza dei giovanissimi

“I bagnanti sono molto preoccupati”, dice in un video il giovane che filma. Nelle immagini, però, si vede un gruppo di suoi coetanei, forse amici, intenti a riprendere la scena ridacchiando. Tuffi pericolosi e video sui social: una combinazione che rischia di produrre incidenti estremamente rischiosi.

Tuffi pericolosi e video sui social, la denuncia

Ogni roccia, scoglio ed elemento del paesaggio scalabile è nel mirino di chi, armato di un filo di incoscienza, vuole tentare il gesto spettacolare per un’entrata in acqua col botto. Tutto sotto l’occhio vigile delle comitive di amici, oltre che quello dell’onnipresente Grande Fratello. Tuffi pericolosi ripresi e trasformati in video sui social, però, mettono a rischio la salute di chi li effettua. Immagini e notizie preoccupanti arrivano da Marechiaro, dove, come racconta il deputato Borrelli, diversi giovanissimi si arrampicano sul Palazzo degli Spiriti per poi tuffarsi in acqua.

“Proprio a Marechiaro domenica scorsa un ragazzo è stato soccorso dall’ambulanza e ricoverato al Santobono perché a causa di un tuffo pericoloso, nonostante il divieto, ha rischiato di perdere l’uso delle gambe a 12 anni. Per fortuna gli esami non hanno riscontrato lesioni. Questa volta è andata bene ma la prossima? Ormai questi ragazzi si lanciano in sfide sempre più pericolose e stupide. Bisogna fermarli”, l’appello del deputato dell’Alleanza Sinistra-Verdi e del conduttore radiofonico della Radiazza, Gianni Simioli.

Non paghi del rischio, i più giovani sembrano averci preso gusto nel tentare queste imprese, queste specie di challenge che – come purtroppo abbiamo avuto modo di vedere, nel tempo – li portano sul filo del rasoio. Oltre il rischio in sé, però, c’è anche l’incoscienza di chi le affronta: uno sbeffeggiarsi della propria sicurezza e di quella altrui anch’esso ripreso e messo in bella mostra.

“Nonostante gli incidenti e le tragedie sfiorate, alcuni si divertono a creare e ad inviarmi video ironici che prendono in giro le nostre denunce”, è la conclusione amara del deputato Borrelli. “È chiaro che questi ragazzi non hanno alcuna consapevolezza dei rischi che corrono e dei cattivi esempi che possono dare agli altri. È una catena diseducativa che va interrotta e per farlo occorrerebbe intervenire sulle famiglie di questi giovani”.

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