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Afragola, vittime e aggressore denunciati per rissa aggravata

incendio nella notte in un box di via salicelle

Un immigrato del Togo di 20 anni, incensurato, è stato fermato con l’accusa di tentato omicidio in concorso per il ferimento ad Afragola di Raffaele Sepe, di 44 anni, già noto alle forze dell’ordine, e di suo figlio 17enne.

Aggressione ad Afragola, la ricostruzione

È sabato e sono da poco passate le 20 quando i militari dell’Arma dei Carabinieri sopraggiungono in via Francesco Russo in seguito alla segnalazione di colpi d’arma da fuoco. Padre e figlio hanno riportato ferite multiple d’arma da taglio – i colpi esplosi verosimilmente dal secondo extracomunitario non li hanno raggiunti – e sono stati ricoverati presso l’ospedale di Frattamaggiore, non in pericolo di vita, dove sono stati portati immediatamente.

Le indagini hanno rapidamente consentito di ricostruire la dinamica dei fatti. Padre e figlio, mentre transitavano a bordo di un motoveicolo lungo Corso Vittorio Emanuele III, hanno avuto una colluttazione con due extracomunitari i quali avrebbero estratto una pistola e un coltello e dato il via all’aggressione armata. Gli spari, i fendenti, poi il tentativo di fuga a piedi per le strade del circondario.

Proseguono le indagini

Le loro tracce, o almeno quelle di uno dei due, sono state ritrovate in poco tempo. Uno degli stranieri, infatti, è stato rintracciato presso l’ospedale “Villa dei Fiori” di Acerra, dove era giunto, trasportato dal 118, con ferita d’arma da taglio al polso sinistro – 10 giorni di prognosi, per lui. L’immigrato, con regolare permesso di soggiorno, è stato fermato mentre sono in corso le ricerche per identificare il complice. Padre, figlio e l’immigrato sono stati denunciati per rissa aggravata. La quarta persona coinvolta, invece, è in corso di identificazione.

Il sopralluogo condotto a cura della sezione rilievi del Nucleo investigativo di Castello di Cisterna ha consentito di repertare tre bossoli. I motivi del gesto sono ancora in corso di accertamento. C’è chi ha parlato di un regolamento di conti, ma i militari non confermano ancora nessuna pista. Intanto, le immagini dei sistemi di videosorveglianza della zona sono state acquisite: magari queste potranno aiutare a rispondere agli interrogativi rimasti.

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