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Autonomia differenziata, De Luca e CGIL criticano il DDL

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Approvato dal Consiglio dei Ministri con un applauso, il DDL Calderoli sull’Autonomia differenziata non convince governatori di Regione e sindacati. Ecco le posizioni di De Luca e della CGIL.

Autonomia differenziata al centro della seconda giornata di Congresso della CGIL

Dopo l’approvazione in Consiglio dei Ministri della bozza di legge sull’Autonomia differenziata a firma Calderoli, le reazioni dell’opposizione non sono mancate. Diversi presidenti di Regione si sono schierati nettamente contro e, con loro, le sigle sindacali. E proprio alla seconda giornata di congresso della CGIL alla Stazione Marittima di Napoli, ieri, tre governatori sarebbero dovuto intervenire per discutere proprio della questione: Emiliano e Bonaccini di Puglia ed Emilia Romagna, in videocollegamento, e l’ex sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, atteso in presenza. All’ultimo secondo, però, il governatore della Campania ha comunicato la sua impossibilità a prendere parte all’evento, risposta che ha generato non poca perplessità tra gli organizzatori. “Ci sarebbe piaciuto sentire la voce di De Luca sul giusto cambio di direzione dopo l’incontro con Calderoli”, ha dichiarato il riconfermato segretario generale per Napoli e la Campania della CGIL, Nicola Ricci.

La posizione di De Luca

Pur essendo mancato all’incontro, però, il governatore della Campania non è rimasto in silenzio sul tema dell’autonomia differenziata e, anzi, ne ha fatto il principale argomento impugnato nel corso della sua consueta diretta sui social del venerdì per criticare l’attività del governo Meloni. “L’autonomia differenziata, così come la vuole attuare questo governo, è una grande truffa e un grande pericolo“, sono le parole del presidente della Regione.

“Non affronta la sostanza dei problemi che generano il divario Nord-Sud”, prosegue De Luca, “a partire dalla spesa pubblica allargata: al Nord per ogni cittadino oggi arrivano in media 17mila euro l’anno, al Sud 13mila, in Campania addirittura 12mila. Come si fa a recuperare questo divario? Su questo, il governo Meloni non dice una parola. L’altro elemento pericoloso contenuto nella proposta del governo riguarda i residui fiscali: in pratica il gettito fiscale, l’IVA soprattutto, delle regioni del Nord rimane al Nord, secondo questa proposta, e non viene spiegato come si fa a riequilibrare il divario Nord-Sud. Siamo di fronte ad una grande truffa“.

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