Reithera, il vaccino che parla italiano. Un vaccino tutto italiano quello messo a punto da Reithera. L’azienda biotech che ha sede presso il Tecnopolo di Pomezia dove la maggior parte dei ricercatori sono napoletani. Infatti fanno parte del Ceinge e della Federico II. Dopo la conclusione della sperimentazione di fase 2 (relativa ad efficacia e sicurezza) ha ricevuto nei giorni scorsi parere positivo alla fase 3 (che prelude all’utilizzo sul mercato), da parte di importanti agenzie regolatorie internazionali, inclusa l’Ema. Si attende il via libera anche dell’Aifa per proseguire lo studio. Poi c’è il passaggio più oneroso che prevede l’arruolamento di decine di migliaia di persone.
Reithera, il vaccino che parla italiano. Un traguardo in vista del quale il ministero della Salute e il governo italiano avevano previsto i finanziamenti necessari. L’iter alla fine dello scorso maggio ha subito uno stop fatto scattare della Corte dei conti causa le perplessità della comunità scientifica internazionale sui vaccini a virus vettore. La tecnologia del farmaco messo a punto da Reithera è infatti molto simile a quella utilizzata da AstraZeneca e Johnson & Johnson ma i risultati raggiunti finora sono molto incoraggianti. Il Cotugno di Napoli è capofila in Italia della sperimentazione. E’ stata rilevata un’ottima immunogenicità e protezione dall’infezione.
Tutti i volontari sono molto contenti ma c’è un inconveniente per loro: non hanno la possibilità di ottenere il green pass. Un nodo che potrebbe affrontare la Regione ma che investe il livello ministeriale.
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