Ha le modalità di un vero e proprio agguato, l’aggressione subita da una giovanissima a Marano, pochi giorni fa. Schiaffi, pugni, tirate di capelli. Ad aggredire la 12enne, un gruppo di coetanee, perlopiù su compagne di classe. A sporgere denuncia, la madre della vittima, mentre in rete circola il video del pestaggio.

12enne picchiata da coetanee sotto casa

È il 27 febbraio, sono le 17:30 circa quando il citofono dell’abitazione in cui la 12enne vive squilla. Risponde la madre, sono alcune sue compagne di scuola. Chiedono se c’è l’amica e se può raggiungerle giù. Una richiesta apparentemente innocente che, però, avrebbe nascosto tutt’altre ragioni. La ragazzina scende, dopo poco risale: in faccia ha del sangue, naso e labbra spacchate, un taglio anche sopra l’occhio destro. Lei è devastata, la madre preoccupatissima. A una sua richiesta di spiegazioni, la figlia le dice che giù, con le sue amiche, c’era un’altra ragazza ancora, una conoscente anche lei di Marano: sarebbe stata lei ad aggredirla così violentemente.

Mentre la piccola è al Pronto Soccorso, per fari medicare graffi e ferite, la madre corre dai Carabinieri a sporgere denuncia. Insieme con il racconto dettagliato dell’aggressione, la donna mostra ai militari due foto, a testimonianza delle condizioni della 12enne.

Il video shock dell’aggressione

L’aggressione, però, non è terminata così. Oltre al danno, fisico ed emotivo, infatti, si è aggiunta anche la beffa. Nelle ore successive al pestaggio, un video ha iniziato a circolare in rete: le immagini dell’aggressione subita dalla 12enne ripresa dal cellulare di uno dei presenti. “Oggigiorno siamo sin troppi abituati a manifestazioni di violenza, ma quando ad esserne protagoniste sono delle ragazzine poco più che bambine rabbrividiamo”, ha commentato il deputato AVS Borrelli.

“Un raid punitivo che scimmiotta le azioni delle gang di strada, un pestaggio premeditato che si ispira al modus operandi della peggiore criminalità“, ha continuato. “Se si dice che queste cose capitano ovunque rispondiamo che purtroppo è vero, ma ciò di certo non ci rincuora. Noi guardiamo a casa nostra e i nostri problemi li vogliamo risolvere e per farlo non si può negare l’influenza della cultura criminale sulle giovani menti che provengano o meno da realtà difficili. Abbiamo chiesto che vengono identificati tutti i protagonisti di questo atto criminale, da chi ha teso l’agguato a chi ha picchiato (sembra che non sia la prima volta che lo fa) e a chi ha filmato”.

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