Armati di mazze e spranghe, dei giovani in gruppo hanno accerchiato e picchiato un 12enne mentre si trovava sotto casa della fidanzatina. La brutale aggressione a Barra, quartiere della periferia orientale di Napoli. Alla base della violenza contro il giovanissimo, forse, la gelosia. Borrelli: “La violenza delle baby gang è da tempo fuori controllo e questa ennesima aggressione testimonia la pericolosità di baby criminali senza scrupoli”.
In gruppo contro un 12enne: l’aggressione a Barra
Si trovava sotto casa della sua fidanzatina, il 12enne pestato dal branco a Barra. Il gruppo, composto da adolescenti poco più grandi di lui (15 e 16 anni, secondo quanto si apprende), si sarebbe armato di mazze e spranghe e l’avrebbe accerchiato, accanendosi contro di lui forse per gelosia. Le forze dell’ordine, ora, sono al lavoro per ricostruire l’esatta dinamica del pestaggio e risalire all’identità dei giovani aggressori. Quanto alla vittima, il 12enne è stato dimesso dopo una tac: ha riportato una frattura alla mano sinistra e diversi tagli alla testa, tutti suturati.
Emergenza giovani violenti, il commento del deputato Borrelli
Sull’aggressione del 12enne, avvenuta a una manciata di ore da quella di un altro adolescente, accoltellato per gelosia, si è espresso anche il deputato dell’Alleanza Verdi Sinistra Francesco Emilio Borrelli. “La violenza delle baby gang è da tempo fuori controllo e questa ennesima aggressione vigliacca e criminale a colpi di mazza e spranghe ai danni di un 12enne che era andato dalla fidanzata testimonia la pericolosità di baby criminali senza scrupoli che per futili motivi sono disposti a sparare, accoltellare, tendere agguati”.
“Una violenza giovanile senza freni come purtroppo dimostra quanto accaduto a Frattamaggiore dove non si è esitato a tirar fuori un coltello e a colpire un probabile ‘rivale in amore’”, ha continuato Borrelli. “Mi auguro che gli aggressori di entrambi gli episodi, come nel caso anche del ferimento del 16enne di Frattamaggiore, siano identificati al più presto e puniti severamente insieme alle loro famiglie che, evidentemente, non riescono a svolgere la funzione genitoriale come si dovrebbe. Le colpe della loro incapacità non può tuttavia ripercuotersi sulla comunità o sulle vittime innocenti dei crimini dei loro figli”.
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